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MESSAGGIO COLLETTIVO DELL’UNIVERSITÀ DI CAMBRIDGE SULLA LIBERTÀ ACCADEMICA, IN MEMORIA DI GIULIO REGENI, 25 GENNAIO 2021

Cinque anni fa, Giulio Regeni veniva sequestrato, torturato e brutalmente ucciso al Cairo mentre faceva ricerca sul campo per il dottorato che avrebbe conseguito presso l’Università di Cambridge.

La morte di Giulio è stata una tragedia. Un colpo terribile per i suoi familiari e i suoi amici. Un evento orribile per i suoi colleghi universitari a Cambridge, al Cairo, e per l’intera comunità accademica globale. Si è trattato anche di un assalto al principio di libertà di ricerca accademica che contraddistingue il lavoro di tutte le università, e che Giulio incarnava.

Questa settimana ci fermiamo, nel ricordare le qualità di uno studioso aperto agli altri e pieno di intelligenza, curiosità e compassione. Onoriamo l’impegno di Giulio per i diritti umani, onoriamo i suoi genitori e la sua famiglia, e tutti coloro i quali hanno lottato per la verità e la giustizia per Giulio.

L’Università di Cambridge sostiene in modo inequivocabile  la ricerca della verità e della giustizia per Giulio. Questa è la ragione per cui l’Università ha sempre cooperato con le autorità italiane attraverso  le loro formali richieste. Continuiamo inoltre a difendere il principio della libertà di ricerca accademica. La libertà di studiare senza impedimenti è una pietra miliare per gli studiosi di tutto il mondo. I ricercatori lavorano secondo alti standard di condotta professionale: non dovrebbero essere mai messi a rischio per via dei loro interessi culturali, per il loro raccogliere informazioni e dati, o mentre cercano prove che verifichino omettano in discussione idee consolidate.

Siamo profondamente preoccupati dal crescente numero di intimidazioni nei confronti di studiosi, non da ultimo esemplificato dall’arresto e dalla prolungata detenzione di Patrick Zaky, un dottorando dell’Università di Bologna, nonché dalla prigionia di studiosi in Iran, tra cui Fariba Adelkhah, Roland Marchal e Kameel Ahmady.

L’Università ha accolto con favore l’annuncio lo scorso anno dell’incriminazione da parte dei magistrati italiani di quattro ufficiali egiziani coinvolti nell’omicidio di Giulio. Ma siamo ancora lontani dal sapere cosa è accaduto cinque anni fa a Giulio, e perché.

Nell’anniversario della sua scomparsa, continuiamo ad essere vicini alla famiglia ed agli amici di Giulio nel domandare verità e giustizia. Sosteniamo anche – più fermamente che mai – la comunità accademica globale unita nel richiedere che vi sia ovunque libertà di ricerca senza paura di persecuzione.

Prof Stephen J Toope
Vice-Chancellor 
University of Cambridge

Prof Susan Smith
Mistress
Girton College

https://docs.google.com/document/d/1o-uiV_R50KLMmdPA_jg9kihSUbdtXjTixnpMY_XRa5M/edit

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